Dall’embrione alla Nazione. Maternità, fecondazione, biopolitiche.

 

 

 

 

 

 

Segnaliamo questo ciclo di seminari molto interessanti organizzati dal Centro Interdisciplinare di Ricerca e Studi delle Donne:

martedì 14 ottobre: Nadia Filippini

La personificazione dell’embrione: un processo storico

La
relazione intende ricostruire le tappe e i contenuti fondamentali della
nuova rappresentazione dell’embrione che si costruisce nel corso della
seconda metà del Settecento, che pone le basi dell’attuale prospettiva
culturale. Sarà considerato in particolare l’intreccio tra il discorso
medico della nascente embriologia, il discorso teologico e quello
politico, nonché le conseguenze in termini di iniziative di legge e di
controllo del corpo materno. Un’attenzione particolare sarà riservata
alle conseguenze che questa nuova prospettiva ha comportato per la
donna e la rappresentazione della maternità.

   

martedì 21 ottobre: Monia  Andreani

Maternità in negativo e maternità in positivo: scelte biopolitiche  a partire dal confronto tra legge 194/1978 e 40/2004

Durante
l’incontro si svilupperanno linee di confronto tra le leggi 194/1978 e
40/2004 con l’intento di mettere in evidenza come è cambiato, se è
cambiato, lo sfondo biopolitico  che ha portato alla mediazione delle
rispettive leggi in un lungo arco di 26 anni; si affronteranno anche le
questioni dell’obiezione di coscienza, della contraccezione di
emergenza e dell’aborto chimico (RU 486), con una particolare
attenzione al dibattito che si è sviluppato su questi temi all’interno
del movimento femminista italiano.

 

giovedì 6 novembre: Olivia Guaraldo

La biopolitica  della gestazione e dell’allattamento

Come
è costruita dal discorso pubblico e politico la maternità, in
particolare nel periodo della gestazione, le biopolitiche 
dell’allattamento e le leghe del latte.

 

martedì 18 novembre: Emma Schiavon

Un lavoro per la nazione e contro il nemico: maternità e guerra nel secolo breve

Il
discorso politico intorno al corpo fertile delle donne è stato
particolarmente esplicito durante le guerre del Novecento e con la
nascita della propaganda bellica il rapporto fra maternità e
nazionalismo diviene manifesto. Due aspetti soprattutto lo rivelano
platealmente: le politiche pronataliste  dei dopoguerra e il discorso
pubblico intorno alle maternità derivate da stupri di guerra. Con
l’invasione del Belgio nel 1914 e in seguito con la ritirata di
Caporetto, in Europa e in Italia si dibatte per la prima volta il tema
della legittimità dell’aborto in caso di violenza; con una singolare
persistenza, tale dibattito viene ripreso, nelle sue linee generali,
sino alla fine del 1900.

 

martedì 25 novembre: Cecilia Pennacini

Il potere del ventre. Ideologie riproduttive e costruzioni di genere nell’Africa dei Grandi Laghi

Le
società dei Grandi Laghi africani, molte delle quali avevano raggiunto
già in epoca precoloniale un notevole grado di centralizzazione
politica e raffinatezza culturale, presentano un’interessante
concezione del genere, in gran parte incentrata sulla gestione e sul
controllo del potere riproduttivo delle donne. Tale potere, che
costituisce esplicitamente un valore sociale fondante e
imprescindibile, è posto in alternativa al potere politico dei capi e
dei sovrani e al potere mistico dei medium, rappresentanti della
religione tradizionale. Tuttavia tale concezione, lungi dal fornire
un’attribuzione rigida di ruoli sociali a individui biologicamente
maschi o femmine, consente invece dinamici e complessi passaggi da un
genere all’altro in relazione alla posizione che ciascuno, a
prescindere dal proprio sesso biologico, occupa nella struttura sociale
o nell’organizzazione religiosa. Esercitare il potere del ventre oppure
rinunciare ad esso – la scelta compiuta dalle donne medium o da alcune
figure femminili della gerarchia politica – comporta dunque in queste
culture una ridefinizione sostanziale della propria identità di genere.

 

martedì 2 dicembre: Eleonora Missana

In nome di Giocasta? Il ripensamento del materno da Luce Irigaray  a Judith Butler

Il
ripensamento del “materno” in tutte le sue possibili accezioni
filosofiche, politiche, etiche e simboliche, al di fuori degli schemi
approntati dall’ordine simbolico patriarcale, è stato e continua a
essere al centro delle riflessioni femministe e post-femministe. Per
documentare la ricchezza e la varietà di tali riflessioni si è scelto
di porre a confronto le letture offerte da alcune pensatrici
contemporanee, da Luce Irigaray  a Françoise  Duroux, da Adriana
Cavarero  a Judith Butler, passando per una pensatrice non
dichiaratamente femminista come Marìa  Zambrano, di un testo di
eccezionale pregnanza simbolica: Antigone di Sofocle.

 

PER INFORMAZIONI:

CIRSDe  | Via San Ottavio 20, Torino

tel. 0116703129 | cirsde@unito.it  | www.cirsde.unito.it

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